'Arriverà la fine, ma non sarà la fine' canta Nesli dalle cuffiette che non indossavo da un po': ebbene sì, dopo la maturità verrà sancita la fine del percorso scolastico che per 13 anni ci ha cresciuto e formato fino ad oggi, tra alti e bassi, gioie, dolori, rimproveri e giornate no. Ovviamente quest'anno il finale è stato assolutamente inaspettato: sono sincera, non augurerei a nessuno di finire una quinta superiore così, in una situazione di tale incertezza, e questo mi fa tanta rabbia perché il flagello che si è abbattuto non ci ha privato solo di affetti e banalità che costituivano la nostra vita, ma ci ha anche rubato tempo ed esperienze che non potranno mai tornare indietro. Tuttavia, l'amarezza del rimpianto verso ciò che non è stato non deve andare ad inquinare tutto il percorso compiuto, "l'importante è ciò che lasci, non la conclusione" mi ricorda Salmo dalle cuffiette, e io in parte ci voglio credere: le amicizie, le mille avventure tra compagni, le conoscenze apprese, poi gli abbracci, gli scherzi, ma anche i giorni difficili sono causa della mia crescita che continuerà e mi arricchirà sempre più nel corso degli anni. Il termine di qualcosa non coincide infatti con il decollo di qualcos'altro? Mi auguro di sì.

Spero che si trovi al più presto una soluzione che possa decretare la fine della pandemia in corso e che ciò sancisca l'inizio di una nuova vita in cui riusciremo a vivere un po' più sereni e in pace con noi stessi, senza essere continuamente tormentati dall'ansia di fare mille cose.

Spero che la fine del lockdown abbia segnato l'inizio della formazione di una nuova mentalità in cui la conoscenza dell'attualità venga approfondita con notizie provenienti da fonti affidabili e che ciò incoraggi a prendere una posizione in merito grazie allo sviluppo di un proprio pensiero critico.

Spero che la fine della mia vita da liceale sia l'inizio di un percorso universitario che soddisfi le mie aspettative e che sviluppi al meglio le mie attitudini e i miei talenti, ancora tutti di scoprire: auguro ciò non solo a me, ma soprattutto ai miei compagni che mi hanno sopportato e supportato nel bene e nel male in questi 5 anni, e con i quali non riuscirò a condividere totalmente questo 'esorcismo' necessario alla trasformazione in adulti.

Dunque, con la mentalità ottimistica che qualche volta mi caratterizza posso dire che, in fondo, la fine è spesso solo l'inizio di qualcosa di migliore, ma visto da un'altra prospettiva.

Aurora Zilio 5CL

 

La fine è la costante che caratterizza il nostro mondo. La fine è scritta dall’inizio, nulla è eterno, ogni cosa è destinata a terminare una volta che è cominciata. Tutto ciò che ci rende felici, che ci fa sorridere, che ci tiene in vita finirà, si disgregherà. La morte è una condizione che ci viene imposta una volta che nasciamo, non abbiamo scelta, ogni giorno che passa, ogni attimo che sfugge ci porta sempre più a ridosso della nostra inevitabile fine. Questa precarietà delle cose destabilizza, fa sentire vuoti, infimi. L’impressione è quella di un’esistenza vacua, senza un senso, di una vita che tende alla fine senza avere un fine. Ma lo scopo di un’esistenza finita, dal mio punto di vista, è dato dalla fine stessa, è dato dal limite che ci è posto dallo scorrere del tempo. Ogni cosa non sarebbe la stessa senza il suo contrario, la vita non sarebbe tale senza la morte, è proprio la natura limitata della nostra esistenza che le dà un senso, ci sprona a goderci pienamente ogni attimo, che sia esso speciale o banale. Non si potrebbe vivere una vita piena se essa fosse eterna, la vita è bella proprio perché non è eterna, del resto “se un arcobaleno durasse più di un quarto d’ora chi lo guarderebbe più?”

Gregorio Zanella 5CL