L’uguaglianza sociale dovrebbe essere un principio dalle salde radici nella nostra cultura e nell’ideologia comune. Ovviamente con il termine uguaglianza non si vuole dire che le persone dovrebbero omologarsi e conformarsi a uno standard comune, è ovvio che ogni persona è diversa rispetto a un’altra, ognuno di noi nell’arco della propria vita ha diverse opportunità e prende decisioni differenti dagli altri poiché siamo tutti caratterizzati da menti uniche formate da pensieri e idee completamente diverse. Proprio in questa diversità dovrebbe stare l’uguaglianza, ogni uomo dovrebbe essere uguale agli altri nella possibilità di fare le scelte che ppreferisce, nella possibilità di intraprendere il percorso di vita che più gli si addice, nella possibilità di essere quello che è. Ogni uomo dovrebbe avere la stessa dignità, gli stessi diritti e la possibilità di essere considerato alla pari di tutti gli altri individui proprio grazie alla diversità che lo caratterizza, sia essa dipendente dal sesso, dalla cultura, dalla religione o dall’etnia. Fino ad ora ho usato il condizionale perché l’uguaglianza sociale nel 2020 sembra ancora un’utopia, qualcosa di illusorio. L’uomo combatte per l’uguaglianza da svariati anni, a partire da Seneca, che affermava l’uguaglianza tra uomo libero e servo, fino ad arrivare a Martin Luther King, che ha cercato di affrontare la segregazione razziale negli Stati Uniti combattendo per la parità di diritti della popolazione afroamericana.Evidentemente non è bastato.Alla luce dei fatti che stanno accadendo negli States, si può tranquillamente affermare che l’uguaglianza sociale è ancora qualcosa da ammirare da lontano, molto lontano. Purtroppo la discriminazione razziale e l’abuso di potere si palesano da anni negli Stati Uniti, e l’assassinio di George Floyd, ucciso da un agente di polizia il 25 maggio, è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha scatenato le proteste e le manifestazioni tuttora in corso. L’odio razziale è una piaga che è ancora diffusissima e purtroppo non è un fenomeno localizzato solo in America, ma è un male diffuso in tutto il mondo, anche nella nostra Italia dove lo straniero è un capro espiatorio utile a scaricare le nostre frustrazioni e le nostre ansie. L’uomo, nonostante tutti i suoi errori, tende a dimenticare, nonostante la schiavitù coloniale, nonostante ciò che è accaduto alla popolazione ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale, nonostante l’apartheid. L’uomo ancora non ha imparato, non ha compreso, ancora si ostina a diffondere odio verso chi appare diverso, verso chi magari non condivide gli stessi ideali o magari ha solo la pelle di un colore diverso. La storia ha dimostrato che l’uomo è egoista, pensa solo al proprio tornaconto personale, dimentica i suoi errori e li ricommette. Chissà se un giorno l’umanità si renderà davvero conto di ciò che sta facendo.

Gregorio Zanella 5CL