Con una nuova parola gli studenti continuano ad onorare Dante a 700 anni dalla sua morte.
“e quello avea la fiamma più sincera
cui men distava la favilla pura,
credo, però che più di lei s'invera”
Paradiso XXVIII, 37- 39
Neologismo dantesco per indicare l’immedesimarsi con il Sommo Vero, il divenire partecipi della verità. È uno dei neologismi della Commedia che ha avuto continuità: è stato, infatti, adoperato nel linguaggio filosofico con il significato di ‘rendere vero’.
R.L. (Accademia della Crusca)
Dante utilizza la parola inverare “dire la verità”. Per lui esiste una verità assoluta, che si identifica con il Sommo Bene. Raggiungerlo spesso diventa difficile perché, come narra Platone nel mito “l’anello di Gige ”, ogni uomo in una condizione di totale invisibilità agisce in modo empio, assecondando i propri desideri. Tuttavia Dante con numerose parole appartenenti al campo semantico della luce ci fa credere il contrario, come se esistesse qualcosa per cui conta veramente essere sinceri anche in una condizione di trasparenza: questa verità è anteriore a qualsiasi nostro volere. Sembra quasi dirci che essa è la chiave per arrivare al Bene.
In un periodo come quello che stiamo vivendo calza perfettamente questa parola. Con la didattica a distanza s’insinua spesso l’ombra dell'ambiguità, il dubbio. Ogni professore si chiede se ciò che ha insegnato è realmente appreso dagli alunni, oppure se è stato recuperato in modo alternativo o copiando da internet o attraverso i suggerimenti di qualche compagno. Allo stesso modo ogni alunno si chiede se il professore valorizzi quel voto alto, frutto di un grande impegno, o, al contrario, lo metta in discussione a causa di esperienze pregresse. Tuttavia è importante andare oltre a questi dubbi e ogni professore dovrebbe insegnare mantenendo la passione per la condivisione del sapere, mentre tutti gli alunni dovrebbero studiare perché consapevoli dell’importanza delle nuove conoscenze.
Di questa parola di Dante mi colpisce molto il suo ulteriore significato, cioè “realizzarsi”, come se la chiave per farlo fosse l'onestà e la trasparenza, quando oggi purtroppo molti ottengono potere e raggiungono i loro obiettivi per vie traverse e non grazie alle loro capacità. Onestamente parlando, nonostante io accetti l’uomo con tutti i suoi lati oscuri, nelle persone ho sempre cercato la totale trasparenza quasi a farne diventare un ‘ansia, questo perchè vedo che spesso non ci si riconosce abbastanza nella persona o nel posto in cui ci si trova. Da parte mia, ho sempre desiderato che tutti coloro che mi stanno accanto scegliessero di farlo perché convinti che la mia presenza sia la casa dove potersi togliere la maschera che portano tutti i giorni ed essere se stessi.
Commento di Elshadai Giacon 5CL