Il professor Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ha aperto la rassegna del nostro istituto dedicata alla celebrazione dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, Dante Alighieri. Tema della serata è il canto ventiseiesimo dell’Inferno, il canto di Ulisse e del viaggio. La vicenda si svolge nell'ottava bolgia dell'ottavo cerchio, dove vengono puniti i consiglieri di frode; quale personaggio migliore di Ulisse per illustrare la forza dell’astuzia e dell’ingegno, nonostante tutti i suoi risvolti truffaldini e negativi? Dante descrive un Odisseo diverso, le cui scelte e vita non dipendono più dal volere degli dei olimpici, ma dall’eroe greco stesso, disposto a sacrificare la sua stessa vita (e del suo equipaggio) per la nobile ricerca della conoscenza. Ulisse non si pone alcun limite, per lui non esistono e preferisce andare al di là di quello a cui tutti preferiscono fermarsi: l’ignoto e l'inconscio. Questo suo famoso viaggio lo compie non solo tra i mari, ma anche attraverso sé stesso scoprendo la propria parte più oscura; come la paura dell’oblio, di essere quindi dimenticato, sentimento che spinge Ulisse a partire e che ancora più forte della sua curiosità. Proprio per questo motivo, ponendosi al di sopra di ogni morale, Ulisse ha molto in comune con il Superuomo di Nietzsche, tanto che il poeta Gabriele D’Annunzio (seguace del superomismo per eccellenza) lo “incontra” in una delle sue poesie e inizia con lui un dialogo in merito. Ma la “scia” dellUlisse dantesco ha ispirato anche molti altri autori, riuscendo a dire qualcosa di significativo e di attuale agli uonini di ogni epoca. Al termine della videoconferenza sono sorte molte riflessioni che sono state integrate alla spiegazione del prof. Fontolan, coinvolgente relatore che ha saputo farci appassionare al personaggio di Ulisse rievocando e spiegando le parole di Dante, onorando quindi la ricorrenza.
Articolo di Valentina Zago 5°AL