E' iniziata stamani l'accoglienza dei ragazzi delle classi prime che si sono presentati a scuola entusiasti, numerosi e rispettosi delle norme covid. Le attività di consolidamento dei saperi pregressi proseguiranno nelle mattinate di mercoledì 9, giovedì 10 e venerdì 11 nelle tre sedi dell'Istituto.
Benvenuti ragazzi al Masotto!
L.A.
Complimenti ai ragazzi di 1BS, seguiti dai prof. Bovo e Falbo per la realizzazione del progetto per competenze basato sulla rielaborazione-riscrittura di notizie di attualità in base alle linee guida europee per l'informazione accessibile. Il lavoro è stato svolto in piccoli gruppi a partire da febbraio. Alla fine le notizie sono state inserite in questo "Magazine" on-line che vi invitiamo a visitare!
“Ciao ragazzi! Con gran piacere possiamo dire che finalmente ce l’abbiamo fatta, e siamo orgogliosi di presentarvi la nuova edizione del giornalino, versione online.
Buona lettura e buona estate!"
Le direttrici
L’uguaglianza sociale dovrebbe essere un principio dalle salde radici nella nostra cultura e nell’ideologia comune. Ovviamente con il termine uguaglianza non si vuole dire che le persone dovrebbero omologarsi e conformarsi a uno standard comune, è ovvio che ogni persona è diversa rispetto a un’altra, ognuno di noi nell’arco della propria vita ha diverse opportunità e prende decisioni differenti dagli altri poiché siamo tutti caratterizzati da menti uniche formate da pensieri e idee completamente diverse. Proprio in questa diversità dovrebbe stare l’uguaglianza, ogni uomo dovrebbe essere uguale agli altri nella possibilità di fare le scelte che ppreferisce, nella possibilità di intraprendere il percorso di vita che più gli si addice, nella possibilità di essere quello che è. Ogni uomo dovrebbe avere la stessa dignità, gli stessi diritti e la possibilità di essere considerato alla pari di tutti gli altri individui proprio grazie alla diversità che lo caratterizza, sia essa dipendente dal sesso, dalla cultura, dalla religione o dall’etnia. Fino ad ora ho usato il condizionale perché l’uguaglianza sociale nel 2020 sembra ancora un’utopia, qualcosa di illusorio. L’uomo combatte per l’uguaglianza da svariati anni, a partire da Seneca, che affermava l’uguaglianza tra uomo libero e servo, fino ad arrivare a Martin Luther King, che ha cercato di affrontare la segregazione razziale negli Stati Uniti combattendo per la parità di diritti della popolazione afroamericana.Evidentemente non è bastato.Alla luce dei fatti che stanno accadendo negli States, si può tranquillamente affermare che l’uguaglianza sociale è ancora qualcosa da ammirare da lontano, molto lontano. Purtroppo la discriminazione razziale e l’abuso di potere si palesano da anni negli Stati Uniti, e l’assassinio di George Floyd, ucciso da un agente di polizia il 25 maggio, è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha scatenato le proteste e le manifestazioni tuttora in corso. L’odio razziale è una piaga che è ancora diffusissima e purtroppo non è un fenomeno localizzato solo in America, ma è un male diffuso in tutto il mondo, anche nella nostra Italia dove lo straniero è un capro espiatorio utile a scaricare le nostre frustrazioni e le nostre ansie. L’uomo, nonostante tutti i suoi errori, tende a dimenticare, nonostante la schiavitù coloniale, nonostante ciò che è accaduto alla popolazione ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale, nonostante l’apartheid. L’uomo ancora non ha imparato, non ha compreso, ancora si ostina a diffondere odio verso chi appare diverso, verso chi magari non condivide gli stessi ideali o magari ha solo la pelle di un colore diverso. La storia ha dimostrato che l’uomo è egoista, pensa solo al proprio tornaconto personale, dimentica i suoi errori e li ricommette. Chissà se un giorno l’umanità si renderà davvero conto di ciò che sta facendo.
Gregorio Zanella 5CL
'Arriverà la fine, ma non sarà la fine' canta Nesli dalle cuffiette che non indossavo da un po': ebbene sì, dopo la maturità verrà sancita la fine del percorso scolastico che per 13 anni ci ha cresciuto e formato fino ad oggi, tra alti e bassi, gioie, dolori, rimproveri e giornate no. Ovviamente quest'anno il finale è stato assolutamente inaspettato: sono sincera, non augurerei a nessuno di finire una quinta superiore così, in una situazione di tale incertezza, e questo mi fa tanta rabbia perché il flagello che si è abbattuto non ci ha privato solo di affetti e banalità che costituivano la nostra vita, ma ci ha anche rubato tempo ed esperienze che non potranno mai tornare indietro. Tuttavia, l'amarezza del rimpianto verso ciò che non è stato non deve andare ad inquinare tutto il percorso compiuto, "l'importante è ciò che lasci, non la conclusione" mi ricorda Salmo dalle cuffiette, e io in parte ci voglio credere: le amicizie, le mille avventure tra compagni, le conoscenze apprese, poi gli abbracci, gli scherzi, ma anche i giorni difficili sono causa della mia crescita che continuerà e mi arricchirà sempre più nel corso degli anni. Il termine di qualcosa non coincide infatti con il decollo di qualcos'altro? Mi auguro di sì.
Spero che si trovi al più presto una soluzione che possa decretare la fine della pandemia in corso e che ciò sancisca l'inizio di una nuova vita in cui riusciremo a vivere un po' più sereni e in pace con noi stessi, senza essere continuamente tormentati dall'ansia di fare mille cose.
Spero che la fine del lockdown abbia segnato l'inizio della formazione di una nuova mentalità in cui la conoscenza dell'attualità venga approfondita con notizie provenienti da fonti affidabili e che ciò incoraggi a prendere una posizione in merito grazie allo sviluppo di un proprio pensiero critico.
Spero che la fine della mia vita da liceale sia l'inizio di un percorso universitario che soddisfi le mie aspettative e che sviluppi al meglio le mie attitudini e i miei talenti, ancora tutti di scoprire: auguro ciò non solo a me, ma soprattutto ai miei compagni che mi hanno sopportato e supportato nel bene e nel male in questi 5 anni, e con i quali non riuscirò a condividere totalmente questo 'esorcismo' necessario alla trasformazione in adulti.
Dunque, con la mentalità ottimistica che qualche volta mi caratterizza posso dire che, in fondo, la fine è spesso solo l'inizio di qualcosa di migliore, ma visto da un'altra prospettiva.
Aurora Zilio 5CL
La fine è la costante che caratterizza il nostro mondo. La fine è scritta dall’inizio, nulla è eterno, ogni cosa è destinata a terminare una volta che è cominciata. Tutto ciò che ci rende felici, che ci fa sorridere, che ci tiene in vita finirà, si disgregherà. La morte è una condizione che ci viene imposta una volta che nasciamo, non abbiamo scelta, ogni giorno che passa, ogni attimo che sfugge ci porta sempre più a ridosso della nostra inevitabile fine. Questa precarietà delle cose destabilizza, fa sentire vuoti, infimi. L’impressione è quella di un’esistenza vacua, senza un senso, di una vita che tende alla fine senza avere un fine. Ma lo scopo di un’esistenza finita, dal mio punto di vista, è dato dalla fine stessa, è dato dal limite che ci è posto dallo scorrere del tempo. Ogni cosa non sarebbe la stessa senza il suo contrario, la vita non sarebbe tale senza la morte, è proprio la natura limitata della nostra esistenza che le dà un senso, ci sprona a goderci pienamente ogni attimo, che sia esso speciale o banale. Non si potrebbe vivere una vita piena se essa fosse eterna, la vita è bella proprio perché non è eterna, del resto “se un arcobaleno durasse più di un quarto d’ora chi lo guarderebbe più?”
Gregorio Zanella 5CL
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