Il 6 febbraio 2021 noi studenti di 3^AS Liceo Scienze umane abbiamo partecipato ad un incontro nell’ambito del progetto “Philosophy for children” coordinato dal prof. Mattiello Paolo.
Il progetto nacque in America negli anni ‘70 da Matthew Lipman per avvicinare i giovani alla filosofia prendendo spunto dagli insegnamenti di Socrate, Pitagora, Vygotsky e altre menti che si sono interessate alla riflessione filosofica e al suo insegnamento.
L’attività si è svolta in 3 ore partendo dalla visione di un cortometraggio animato dal titolo “Towels” sul tema dell’alterità/inclusione attraverso il quale gli studenti hanno fatto esercizio di astrazione elaborando domande e riflessioni suscitate dal corto. Dopo un confronto all’interno di piccoli gruppi si è cercato di mettere insieme quanto emerso e di rispondere in particolare ad una domanda: e’ possibile colmare un “vuoto” e quali sono le sue cause? La parte più coinvolgente dell’incontro è stata proprio questa: gli studenti hanno dibattuto per circa un’ora e mezza instaurando un vero e proprio dialogo socratico con il prof. Mattiello che non ha portato ad una soluzione finale del problema ma ha fatto emergere alcune considerazioni importanti sull’essenza stessa e sul significato del vuoto, allargando poi la definizione di “vuoto” alle sue varie forme (interiore, personale, invisibile/visibile, logoramento e mancanza). La conclusione cui si è giunti dopo l’intenso dialogo è stata che non si può trovare una risposta unica alla domanda. Abbiamo così potuto anche sperimentare una modalità di debate molto utile nell’approccio ai problemi, oltre a potenziare le nostre capacità di astrazione e analisi.
Riccardo Mandruzzato e Elisa Mozzato 3AS
Nella giornata di venerdì 29 gennaio 2021 noi studenti delle classi 3AS e 4AS del Liceo Scienze umane, attraverso la modalità a distanza, abbiamo partecipato al primo dei due incontri previsti nell’ambito del progetto “In viaggio con Erodoto”, promosso già dallo scorso a.s. per le scuole superiori del vicentino dall’Associazione culturale
“11 Settembre”, nata in seguito all’attentato alle torri gemelle di New York del 2001. L’associazione ha come obiettivo l’organizzazione di eventi e attività dirette a difendere quel bene prezioso che è la democrazia, vera strada per garantire pace e progresso all’Umanità. Il nome del progetto evoca la figura di Erodoto, padre della storia, e vuole appunto far riflettere sulla storia nel suo farsi, indagandone cause ed effetti in un’ottica globale, non ristretta all’eurocentrismo tipico della narrazione dei media che spesso tacciono su ciò che accade lontano da casa nostra. Tema dell’incontro il fenomeno migratorio: le sue origini e conseguenze nel mondo attuale. Ad accompagnarci in questo percorso il Generale Edoardo Maggian e la dott.ssa Rebellato con i quali si è discusso di “Mediterraneo allargato”, espressione coniata negli anni ‘80 per indicare un’area geopolitica estesa dall’ Europa all’Africa fino all’India al centro di interessi e tensioni internazionali; la globalizzazione che ha abbattuto le frontiere e ridimensionato la capacità di controllo dei flussi (gli accordi internazionali di Schengen e Dublino per la libera circolazione di merci/persone e la gestione dei flussi migratori); diritti e doveri che definiscono il rapporto giuridico tra il migrante e lo Stato ospitante; definizione e differenze tra migrante, profugo e rifugiato; l’accoglienza dei migranti e il problema della loro integrazione o assimilazione; i fenomeni di illegalità (terrorismo, traffico di migranti) che sfruttano gli spazi politicamente non gestiti lungo le rotte migratorie; non ultimo l’influenza dell’ attuale pandemia sui movimenti migratori.
Non è mancata la partecipazione attiva di noi studenti nel cogliere l’occasione di porre domande e fare riflessioni su temi scottanti e strategici per il futuro del mondo.
Sofia Segato 3AS Liceo delle Scienze Umane
Con una nuova parola gli studenti continuano ad onorare Dante a 700 anni dalla sua morte.
“e quello avea la fiamma più sincera
cui men distava la favilla pura,
credo, però che più di lei s'invera”
Paradiso XXVIII, 37- 39
Neologismo dantesco per indicare l’immedesimarsi con il Sommo Vero, il divenire partecipi della verità. È uno dei neologismi della Commedia che ha avuto continuità: è stato, infatti, adoperato nel linguaggio filosofico con il significato di ‘rendere vero’.
R.L. (Accademia della Crusca)
Dante utilizza la parola inverare “dire la verità”. Per lui esiste una verità assoluta, che si identifica con il Sommo Bene. Raggiungerlo spesso diventa difficile perché, come narra Platone nel mito “l’anello di Gige ”, ogni uomo in una condizione di totale invisibilità agisce in modo empio, assecondando i propri desideri. Tuttavia Dante con numerose parole appartenenti al campo semantico della luce ci fa credere il contrario, come se esistesse qualcosa per cui conta veramente essere sinceri anche in una condizione di trasparenza: questa verità è anteriore a qualsiasi nostro volere. Sembra quasi dirci che essa è la chiave per arrivare al Bene.
In un periodo come quello che stiamo vivendo calza perfettamente questa parola. Con la didattica a distanza s’insinua spesso l’ombra dell'ambiguità, il dubbio. Ogni professore si chiede se ciò che ha insegnato è realmente appreso dagli alunni, oppure se è stato recuperato in modo alternativo o copiando da internet o attraverso i suggerimenti di qualche compagno. Allo stesso modo ogni alunno si chiede se il professore valorizzi quel voto alto, frutto di un grande impegno, o, al contrario, lo metta in discussione a causa di esperienze pregresse. Tuttavia è importante andare oltre a questi dubbi e ogni professore dovrebbe insegnare mantenendo la passione per la condivisione del sapere, mentre tutti gli alunni dovrebbero studiare perché consapevoli dell’importanza delle nuove conoscenze.
Di questa parola di Dante mi colpisce molto il suo ulteriore significato, cioè “realizzarsi”, come se la chiave per farlo fosse l'onestà e la trasparenza, quando oggi purtroppo molti ottengono potere e raggiungono i loro obiettivi per vie traverse e non grazie alle loro capacità. Onestamente parlando, nonostante io accetti l’uomo con tutti i suoi lati oscuri, nelle persone ho sempre cercato la totale trasparenza quasi a farne diventare un ‘ansia, questo perchè vedo che spesso non ci si riconosce abbastanza nella persona o nel posto in cui ci si trova. Da parte mia, ho sempre desiderato che tutti coloro che mi stanno accanto scegliessero di farlo perché convinti che la mia presenza sia la casa dove potersi togliere la maschera che portano tutti i giorni ed essere se stessi.
Commento di Elshadai Giacon 5CL
“Ringrazio i ragazzi, quelli presenti e quelli che so che mi seguono in streaming: sono tutti miei nipoti ideali. Tanto più che, non mi stanco mai di dirlo, nel mio racconto ci sono la pena, l’amore, la pietà, il ricordo struggente di quello che ero io ragazzina e della quale sono diventata la nonna. Una nonna incredula, una volta incapace di stare vicino profondamente, da tanti anni ormai senza lacrime, a quella ragazzina.”da Ho scelto la vita. La mia ultima testimonianza pubblica sulla SHOAH di Liliana SEGRE
Come ogni anno, il 27 gennaio si commemorano le vittime dell’Olocausto attraverso il ricordo, unico modo a noi rimasto per onorare la vita di milioni di persone morte tragicamente a causa dell’odio razziale.
I superstiti (appena duecento ancora oggi in vita) ai lager nazisti non dimenticheranno mai le atrocità a cui hanno dovuto assistere e che hanno provato sulla propria pelle prima e dopo quel viaggio in treno diretto verso l’inferno e l’annullamento della propria persona, di quella di intere famiglie e di intere generazioni. Non dimenticheranno la solitudine, le sofferenze mentali, la dignità sottratta e le difficili condizioni fisiche, tra il freddo e la fame, le malattie e le violenze subite nei campi di sterminio.
Come ha ben ribadito la senatrice Liliana Segre, la memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza, quel sentimento che si propaga facilmente nella società annebbiando il cuore e la vista, ossia negando la volontà e l’evidenza, di fronte alla possibilità di scegliere di sapere e di agire.
Per noi, che al giorno d’oggi possiamo ritenerci pienamente cittadini del mondo, è doveroso prendere coscienza delle persecuzioni e delle atrocità subite dal popolo ebreo durante il nazismo per poter riflettere e non rimanere indifferenti a ciò che, purtroppo, continua similmente ad accadere in realtà a noi molto vicine. La situazione di migliaia di migranti continua ad aggravarsi sempre più sia nei paesi europei che in America, ne sono esempio il campo profughi al confine tra la Bosnia e la Croazia, le traversate per mare e le carovane di migranti che, cercando di fuggire dal proprio Paese verso una prospettiva di vita migliore, sono costretti a rischiare la propria vita in condizioni davvero critiche e rischiose.
Il ricordo di ciò che è successo nel periodo nazista ci dovrebbe essere, quindi, d’insegnamento, permettendoci di aprire gli occhi e darci la spinta per cambiare il presente e il destino dell’umanità.
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Continuiamo ad attualizzare il Sommo Poeta attraverso le rivisitazioni dell’accademia della Crusca.
Che voce avrai tu più, se vecchia scindi
da te la carne, che se fossi morto
anzi che tu lasciassi il "pappo" e 'l "dindi" [...]
Purgatorio XI, 103-105
Dante esemplifica così il linguaggio bambinesco (usato, più ancora che dai bambini, dagli adulti che parlano ai bambini), fatto di strutture fonologiche semplici e ripetitive e di onomatopee. Il significato delle due voci è, rispettivamente, “pane” o “cibo” (normalmente si trova come pappa, femminile) e “denari, monete” (come plurale o con valore collettivo).
P.D’A.
Questa espressione usata da Dante nel sesto canto del Purgatorio ricorda la grave crisi che l’Italia sta vivendo oggi a causa della pandemia, infatti cibo e denaro sono quelle necessità che, tra le tante altre, più colpiscono il popolo italiano. La chiusura delle attività commerciali ha aggravato la situazione economica del paese, causando povertà e addirittura la perdita del lavoro di moltissime persone. Con il lockdown sempre più persone si sono ritrovate con forti difficoltà a procurarsi da mangiare, tanto che Il 45% dei nuovi poveri che si sono rivolti alle strutture della Caritas lo hanno fatto per la prima volta. Tutti noi ricordiamo bene le immagini delle lunghe file in attesa di un pasto caldo alla Caritas e tra quelle file ci sono anche le famiglie di ristoratori, negozianti, artigiani e non solo, che sono tra le più colpite dalla crisi causata dal lockdown. Tuttavia, non solo i commercianti sono in forte difficoltà, ma anche le donne e i giovani. Le donne che hanno chiesto aiuto ai servizi Caritas, subito dopo il lockdown, sono state il 54,4% del totale contro il 50,5 del 2019. Il numero dei giovani tra 18 e 34 anni sotto la soglia di povertà è passato dal 20% del 2019 all’attuale 22,7. Tra i nuovi poveri crescono anche le famiglie con minori. Resta stabile invece la grave marginalizzazione, quella dei senza dimora. Con la pandemia si sta verificando un nuovo fenomeno: una sorta di normalizzazione, e soprattutto di diffusione, della povertà di persone e famiglie che a inizio anno non sarebbero mai state considerate povere da qualsiasi tipo di analisi.
Commento di Arianna Rosa 5CL
Per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri l’Accademia della Crusca analizza ogni giorno una parola diversa e ricca di riflessioni del Somma poeta.
L’espressione scelta per il 12 gennaio è “biancovestito”, che è riferita al candore e alla purezza di un angelo. Questa immagine rievoca i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari, che in questo periodo storico segnato dalla pandemia del COVID-19 indossano mascherine, occhiali, guanti, tute e altri dispositivi di protezione spesso di colore bianco e che dedicano la loro vita a curare e salvare delle persone in difficoltà, come degli angeli.
Commento di Michela Granzon 5CL
(Purgatorio, XII, 89 )
A noi venìa la creatura bella,
biancovestito e ne la faccia quale
par tremolando mattutina stella.
“Vestito di bianco”, aggettivo usato in funzione attributiva, riferito a un angelo.È un composto in cui, come nelle lingue classiche, la testa (propriamente un participio passato) occupa la seconda posizione, modello per altri analoghi aggettivi usati nella lingua letteraria posteriore.
P.D'A.
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